Sentiero Marciò

L’itinerario senza barriere (in assenza di neve o ghiaccio) si sviluppa all’interno della maestosa foresta demaniale di Paneveggio, un vasto lembo di bosco che si estende per circa 2700 ettari a ventaglio sull’alto bacino del Travignolo, tra la catena del Lagorai, le Pale di San Martino e le Cime di Bocche, a una quota compresa…

Chiusura di parte del percorso escursionistico Marciò a Paneveggio


Si comunica che, a causa di lavori boschivi, il percorso Marciò nella Foresta di Paneveggio è interdetto al transito pedonale.
Rimane per ora accessibile il c.d. “Ponte Tibetano” o Forra del Travignolo, dal lato del Centro Visita (che deve essere percorso anche per il rientro).

Si comunica anche che il percorso che dalla Forra del Travignolo conduce sino in località “Pulesi”, posta sulle rive del bacino artificiale di Fortebuso, è chiuso a causa lavori forestali.

L’itinerario senza barriere (in assenza di neve o ghiaccio) si sviluppa all’interno della maestosa foresta demaniale di Paneveggio, un vasto lembo di bosco che si estende per circa 2700 ettari a ventaglio sull’alto bacino del Travignolo, tra la catena del Lagorai, le Pale di San Martino e le Cime di Bocche, a una quota compresa tra i 1400 e 2150 metri.


È da sempre nota come la “Foresta dei violini”: come un tempo il famoso Stradivari, i più rinomati liutai italiani ed europei giungono nella foresta per scegliere i migliori esemplari di abete rosso di risonanza, necessari per la costruzione delle casse armoniche degli strumenti musicali.


La foresta come la vediamo oggi è quella che la Tempesta Vaia ha modificato all’alba del 30 ottobre del 2018, quando si abbattè fra questi abeti rossi modificandone il paesaggio.

Dopo la tempesta, un pericolo altrettanto distruttivo stava alle porte: il Bostrico (Ips typographus), un piccolo insetto dell’ordine dei coleotteri, la cui particolarità è di allevare le proprie larve sotto la corteccia dell’abete rosso. Per questa sua attitudine è la principale causa di morte naturale dell’abete, il quale, minato nella vitale funzione di scorrimento della linfa, è destinato a disseccare.


In questi anni, una serie di interventi che prevedono la rimozione rapida del legno infestato e di tagli sperimentali, in particolare quelli mirati sono volti a preservare un patrimonio boschivo e un contesto naturalistico unico.


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Nella foresta a fianco all’abete rosso vivono altre specie fondamentali per l’equilibrio della foresta, come il sorbo degli uccellatori e nel sottobosco la lonicera nigra e il mirtillo rosso e nero, salici e ontani bianchi arricchiscono l’ambiente ripariale. Sono facili da scovare tracce della presenza numerosa di cervi e caprioli, come le impronte e le scortecciature di giovani piante, su alcuni alberi più maturi si possono ammirare i buchi del picchio, mentre a terra è possibile rinvenire le pigne rosicchiate dallo scoiattolo.

La passeggiata, che non presenta alcuna difficoltà in assenza di neve o ghiaccio, comincia dal parcheggio adiacente il Centro Visitatori, dove si trova la prima indicazione per il Sentiero Marciò e consiste in un percorso ad anello lungo il quale sono collocati dei pannelli informativi. Trattandosi di un percorso attorno ai 1500 metri di altezza è richiesto un abbigliamento adeguato per la stagione invernale: scarponcini o doposci, guanti, abiti caldi. È importante sempre fare attenzione alle previsioni meteo.

Attraversato il primo ponte coperto sul torrente Travignolo l’itinerario si snoda all’interno della foresta. Nell’ultima parte del percorso si attraversa nuovamente, su uno spettacolare ponte sospeso, il Travignolo, che scorre in una stretta gola formando rapide e cascate.

Ad un centinaio di metri dal Sentiero Marciò si trova l’area faunistica del cervo, che ospita, in condizioni seminaturali, alcuni esemplari di questo magnifico ungulato. Estinto in Trentino dalla metà dell’800, da Paneveggio è cominciata la reintroduzione del grosso mammifero nel Trentino negli anni ’60 e ancor oggi alcuni capi vengono prelevati per il ripopolamento di altre aree.

Il Parco recentemente, in collaborazione con l’Associazione SportAbili di Predazzo, ha redatto il progetto di integrazione dell’allestimento presente nell’ottica di una nuova fruizione da parte degli ipovedenti e dei non vedenti accompagnati. Le bacheche esistenti sono state arricchite con pannelli di testo, sovrascritti in braille, abbinati ad oggetti di varia natura che stuzzicano e coinvolgono anche gli altri sensi. Per questo sono stati aggiunti dei cassettini apribili nei quali si trovano i rami e gli strobili delle specie più significative da toccare ed annusare nonchè dei pezzi di roccia di origine diversa che rappresentano le categorie principali presenti nel territorio del Parco; sono inoltre state incise, su grandi mensole in legno, le varie tipologie di radici dei “giganti del bosco”, il particolare arabesco del bostrico e le intricate tane sotterranee fatte dai piccoli e medi mammiferi che abitano la foresta. Piccoli montanti in legno segnalano i punti significativi dove poter sentire il muschio, seguire una particolare radice o percuotere legni diversi e alcuni totem per bambini sono dedicati agli animali e alle loro impronte.