Quest’anno, l’incognita delle trasformazioni causate dalla tempesta Vaia, con i sentieri invasi dagli schianti e le interruzioni dovute alle frane, aggiungono a prescindere una novità. Ciò nonostante, e com’era scontato, il mondo vegetale s’è messo comunque in moto ed è già un fiorire di boccioli, un disperdersi di polline e un ronzare di insetti. Una breve passeggiata verso Solàn, nota località sopra Imer, ha dato corpo al traghettamento stagionale di fine inverno e fra le piante viste in fioritura ne descrivo solo tre, che caratterizzano quel tipo di bosco, costituito prevalentemente da latifoglie, come frassini, carpini e noccioli che hanno occupato i prati abbandonati.
La pervinca è tra le prime piante a sbocciare, è una pianta sempre verde, strisciante con foglie lucide di forma stretta e allungata che potrebbe passare inosservata se non avesse quei bellissimi fiori. Il termine color pervinca è di uso comune ed è codificato nel mondo della grafica come tinta ben definita. Fiorita, la pervinca non passa quindi inosservata, soprattutto in un sottobosco spoglio che inizia ora a popolarsi nuovamente dopo l’inverno. Il nome del genere dal latino “vincire”=legare, perché i lunghi getti striscianti erano usati per preparare ghirlande.
Il gigaro non è ancora in fioritura, lo sarà tra pochi giorni, verso aprile, ma le foglie sono ben visibili, numerose e attirano l’attenzione per la loro forma particolare detta sagittata a forma di freccia. Sono lucide e risaltano tra il fogliame secco. Alle volte possono portare delle macchie scure, da cui il nome specifico maculatum. Il fiore è davvero bizzarro, composto da una specie di vessillo colore bianco verdastro alle volte screziato di porpora che protegge il fiore vero e proprio chiamato spadice di colore purpureo o violaceo. Un fiore davvero originale dall’aspetto davvero esotico che sboccia tra aprile e maggio. E i frutti? Sono un grappolo di bacche di colore rosso, come s’addice ad una pianta tossica!
La terza pianta è la moscatella, una piccola pianta i cui fiori non sono certo il pezzo forte, sono piccoli, verdastri e profumano di muschio, e profumare di muschio dentro un bosco è come profumare di nulla (ma questo vale solo per noi umani). Nonostante la sua scarsa vistosità, tra il fogliame secco risaltano i ciuffetti di foglie che un po’ assomigliano al prezzemolo e con un po’ di attenzione si possono vedere anche i piccoli fiori a 5 petali, fiori che a dispetto della loro estetica producono molto nettare e attirano molti insetti (loro si che lo apprezzano il profumo di muschio…). Il frutto è una drupa globosa, verdastra anche lei contenente 1-3 semi, ma spesso la pianta è sterile e la diffusione avviene tramite la produzione di piccoli tuberi sotterranei.