È il picchio tridattilo, cioè il picchio dalle tre dita appunto. Un fantasma, raro ed elusivo, che non si vede mai, ma che una volta trovato si lascia osservare da vicino, senza paura. Ed è normale che sia così: il picchio tridattilo è un lascito dell’ultima glaciazione e sulle Alpi centro-orientali vive una piccola popolazione disgiunta dalla principale, ampiamente distribuita in Eurasia.
Nel Parco il picchio tridattilo – evidenzia Gilberto Volcan – si trova soprattutto nelle foreste di Paneveggio, Valsorda e Valzanca. Molto più facile è incontrare il picchio rosso maggiore, il grande picchio nero, oppure il picchio cenerino. Ma non è detto che sarà sempre così: nei prossimi anni è atteso un sensibile aumento del tridattilo.
Questi, infatti, si nutre soprattutto di invertebrati ed in particolare di Ips typographus, sì, proprio lui: il minuscolo coleottero noto comunemente come bostrico che sta profondamente segnando i boschi di abete rosso.
Foto e video di Maurizio Salvadori