Una mostra racconta i tredici anni di ricerche etnografiche nella Valli del Vanoi e del Cismon
Roswitha Asche, scomparsa nel 2006, è stata pittrice ed antropologa.
Attenta osservatrice, ricercatrice, quasi puntigliosa catalogatrice di luoghi, paesaggi e manufatti spesso andati perduti; in molti casi è riuscita a fermarli, per la nostra memoria, nei suoi dipinti.
“Si innamorò presto delle nostre valli – spiega Mauro Cecco, Presidente dell’Ecomuseo del Vanoi – e della nostra cultura materiale e della nostra gente. I suoi grandi acquerelli paesaggistici, panoramiche orizzontali e sezioni verticali di territori ampi senza tempo, sono studiati e realizzati con tecniche che stanno tra il naif e il disegno geografico dei cartografi del Settecento”.
Le sue chine seguono le tecniche classiche del disegno archeologico e la rappresentazione “viva” degli oggetti e degli attrezzi della cultura materiale.
Dalle sue opere traspare sempre la presenza dell’uomo, o meglio, la sedimentazione di un numero indefinito di generazioni che hanno contribuito a plasmare un paesaggio culturale ben definito.
Nel quinto anniversario della scomparsa della Asche, una mostra allestita nel Vanoi ricorda il grande valore artistico e documentale dei suoi lavori.
L’esposizione temporanea “Roswitha Asche. Oggetti & disegni dal 1993 al 2006” è allestita alla Casa del Sentiero Etnografico a Caoria e a Pra de Madègo in Valsorda.
È aperta tutti i giorni fino all’11 settembre 2011. Casa del Sentiero Etnografico a Caoria apertura: ore 9–12 e 14–18 ; Prà de Madego apertura ore 10-13 e 14-18.
Un modo, dunque, per avvicinarvi alle sue opere e alle ricerche etnografiche condotte sul territorio della Valle del Vanoi