Il Lago di Calaita
Tutti abbiamo visto almeno una volta il panorama del Cimon della Pala, che si apre dal Lago di Calaita o dalla vicina omonima forcella: su una cartolina, sulla copertina di un libro o nelle pubblicità di Primiero.
La parete del Cimone sembra messa lì apposta per attirare l’attenzione, con i suoi tipici sovrascorrimenti inclinati, inquadrata dalla pecceta che chiude la conca del lago. Spesso possiamo giocare con l’illusione ottica e ammirarla specchiata nelle acque immobili del lago in tutti i minimi particolari.
Il lago è stato incluso nel territorio del Parco perché, oltre al valore paesaggistico, quest’area è del massimo interesse per la flora trentina ed è nota fino dai primi tempi dell’esplorazione floristica della provincia.
A quota 1605 metri, Calaita è un lago naturale provocato da uno sbarramento morenico, lungo mezzo chilometro, largo 200 metri e dalla profondità di circa 3 metri. A valle dello sbarramento, l’acqua riemerge in diverse polle.
Il livello dell’acqua non è costante e ciò dà origine alla peculiarità naturalistica del lago, cioè quella fascia fangosa che viene periodicamente sommersa.
A questo particolare ambiente sono legate le specie floristiche più rare e interessanti della zona. Il fatto che la maggior parte di queste fossero note già dall’inizio dell’Ottocento dimostra che l’instabilità nel livello dell’acqua è un fenomeno di vecchia data.
La flora
Presso le rive del lago e nel pascolo umido e torboso che si stende a nord ci vengono segnalate dai botanici alcune interessanti emergenze floristiche.
Sulla sponda ovest, per esempio, è abbastanza frequente il raro Ranunculus reptans, una specie che si insedia nella fascia periodicamente sommersa dalle acque e che rischierebbe di estinguersi se – come è stato più volte ventilato – si stabilizzasse il livello del lago con interventi artificiali. Preziosa è anche la cospicua presenza di Sparganium emersum, forse ormai l’unica in Trentino.
Polygonum amphibium ha qui, probabilmente, l’unica presenza di tutto il Primiero-Vanoi, come pure lo sporadico e raro Gnaphalium uliginosum. Rispettivamente su torba e in zone fangose possiamo trovare Potentilla palustris e Rorippa islandica.
Oltre a varie specie di carici (Carex canescens, C. echinata, C. irrigua, C. rostrata, ecc.), troviamo fra l’altro una rara graminacea, Alopecurus aequalis, un cardo (Cirsium palustre) e varie potentille e ranuncoli. Nei dintorni, il periodo della fioritura mette in mostra i colori della tipica flora dei prati umidi e dei pascoli.
A ovest del lago, sul margine del Parco, si trova in una zona un po’ defilata un altro interessante biotopo, il Campigolo del Rosso, bell’esempio di cariceto-sfagneto.