Ghiacciaio del Travignolo
Il canalone fra il Cimon della Pala e la Cima della Vezzana è occupato dal ripido Ghiacciaio del Travignolo. Su questo versante, risalendo il ghiacciaio e deviando poi sulla vasta parete, si svolse la prima ascensione al Cimon della Pala, nel 1870. In seguito fu trovata una via di accesso più semplice dalla parte opposta, che è l’attuale via normale.
Si tratta di un ghiacciaio di vallone alimentato dalle valanghe. Di esso Douglas Freshfield, il primo alpinista giunto in zona, scrisse che “è l’unico del gruppo che faccia uno sforzo determinato per scendere a valle”.
Dal 1947 il Ghiacciaio del Travignolo è arretrato di circa 200 metri in dislivello e oggi la fronte sfiora i 2300 metri di quota, con due lobi ricoperti di detrito e di spessore ridotto. Nella zona centrale della fronte si sono formate cavità al contatto col substrato roccioso, creando anche una vera grotta. Il ghiacciaio mostra chiaramente attraverso molti segni il suo passato di potenza: in alto, verso i 2200 metri, con le morene recenti abbandonate e, più in basso, verso i 1850 metri nei pressi della Malga Venegiotta, con i grandi archi morenici würmiani risalenti a circa 16.000 anni fa, costituiti da grossi blocchi e ormai colonizzati dalla vegetazione. Nella zona di Malga Venegia il pascolo si estende su un antico conoide creatosi dopo il ritiro del ghiacciaio, mentre più in basso il torrente incide il proprio letto lungo antichi depositi morenici.