L’allevamento della pecora nelle valli di Primiero e Vanoi ha origine antiche. In passato quasi tutti i contadini avevano alcuni ovini che venivano utilizzati sia per la produzione di carne, che per ottenere la lana con cui predisporre vestiario di vario tipo. La razza presente era la Lamon.
Successivamente alla seconda guerra mondiale il numero di ovini presenti in valle è andato calando progressivamente sino agli anni ottanta, quando è stato raggiunto il minimo storico (alcune centinaia di capi). In seguito si è assistito ad un nuovo aumento dei piccoli allevamenti famigliari. Ad oggi gli ovini presenti nell’area sono un migliaio, rappresentati per lo più da meticci derivanti da razze quali la Bergamasca e la Biellese. Questo ritorno all’allevamento ovino deriva in parte dalla volontà di mantenere aree marginali, consistenti in piccoli appezzamenti a prato caratterizzati da una scarsa possibilità di meccanizzazione. In questo contesto la relativa facilità di allevamento della specie, unita alla sua buona capacità di pascolamento anche su terreni impervi, ne fanno un perfetto “tosaerba” naturale, che facilita il mantenimento di tali superfici. Inoltre, l’allevamento della pecora è stato sicuramente favorito dalla normativa europea che prevede, tramite i programmi di sviluppo rurale, apposite misure di incentivazione per l’allevamento degli ovini.
Questa razza era stata allevata sin da tempi antichi nell’area del Primiero e del Vanoi per quanto riguarda il Trentino e nei confinanti comuni bellunesi di Arsiè, Feltre, Fonzaso, Sovramonte e Lamon, dal quale la razza ha preso il nome.
Si tratta di una pecora di taglia grande (maschi: 75 cm al garrese e 80 Kg di peso; femmine: 70 cm al garrese e 65 Kg di peso), con testa sempre calva sia nel maschio che nella femmina. Le orecchie sono lunghe, larghe e pendenti. Presenta una tipica maculatura, di colore bruno o marrone scuro su testa, orecchie e arti, di estensione variabile da soggetto a soggetto. La coda arriva sino sotto il garretto. Le caratteristiche degli arti sono tipiche di animali rustici, adattati all’ambiente montano e alla transumanza (robusti, lunghi e proporzionati). Il vello è bianco, aperto o semi aperto, con filamenti di lana lunghi, piuttosto grossolani e frammisti a peli di giara; copre tutto il tronco, estendendosi al collo, alla base del cranio e talvolta alla fronte. Razza originariamente a triplice attitudine oggi viene utilizzata quasi esclusivamente per la produzione di carne. A grave rischio di estinzione, al momento attuale sopravvive soltanto con alcune centinaia di capi.
Nell’ottica di conservazione e valorizzazione della biodiversità, intesa nel suo significato più ampio e quindi comprensiva anche delle razze di allevamento domestiche, il Parco di Paneveggio Pale di San Martino, ha avviato un ulteriore polo di allevamento di tale pecora. Questo permetterà da un lato di aumentare il numero di riproduttori di questa razza, ad oggi ancora molto limitato, dall’altro di promuovere e valorizzare i prodotti tipici derivanti da tale animale quali la “carne de gnel” e “la carne fumada de feda”. Interessante potrebbe essere il ruolo dell’Ente Parco anche nella diffusione di questa razza attraverso il coinvolgimento di piccoli allevatori locali che intendano allevarla. Un discorso particolare potrebbe essere fatto in merito all’avvio di una filiera della lana utilizzando la stessa per la lavorazione del feltro ma anche, più semplicemente, per le sue riconosciute proprietà curative.
Nel corso del 2009, l’Ente Parco ha attivato un rapporto di collaborazione con l’Istituto Agrario “A. Della Lucia” di Feltre, individuando lo stesso quale referente scientifico e tecnico del progetto di recupero della Razza Lamon. Successivamente sono state effettuate alcune uscite in allevamenti di ovini della Valle del Primiero e delle zone limitrofe, al fine di verificare la presenza di soggetti con caratteristiche riferibili alla razza Lamon. Tale attività ha portato all’individuazione di alcuni capi con caratteristiche affini alla Lamon, ma non assimilabili chiaramente allo standard di razza.
Conseguentemente si è deciso di creare un nuovo gregge a partire dai capi presenti nell’allevamento del citato Istituto, che sono tutti iscritti all’albo di razza. Nel corso dell’autunno 2009 sono stati acquistati dall’Ente Parco i primi tre ovini. Dopo una prima fase dedicata all’aumento del gregge, a partire dal 2012, l’Ente Parco ha contribuito, assieme all’Istituto Agrario di Feltre, alla creazione di ulteriori cinque greggi custodi di questa razza nel Bellunese e di tre in Trentino. Allo stato attuale (giugno 2023) il gregge, stazionato i Val Canali, è composto da 7 capi, che vengono gestiti da un allevatore per conto dell’Ente Parco. Il gregge nel periodo che va da maggio a ottobre è osservabile in prossimità del sentiero “Muse Fedaie”, in Val Canali.
Eventuali allevatori interessati possono contattare l’Ente Parco per dare la disponibilità all’iniziativa.
L’allevamento del gregge neocostituito è affidato all’agricoltore che si occupa della gestione dei Prati di Villa Welsperg. In questo modo l’Ente Parco si è sgravato delle pratiche di custodia del gregge e allo stesso tempo dispone, nelle strutture rurali della Stala Nova, di animali che oltre a rivestire un indiscutibile valore di tipo conservazionistico, hanno interessanti potenzialità in termini didattici e turistici.
Le modalità di allevamento sono attentamente pianificate al fine di promuovere una idonea attività di riproduzione, che prevede l’individuazione dei soggetti più adatti alla perpetuazione della razza e gli incroci da effettuare al fine del miglioramento della stessa. Nell’ambito della razione alimentare viene dato ampio spazio al foraggio prodotto nei Prati di Villa Welsperg, ricorrendo alla somministrazione di altri prodotti in modo minimale e strettamente necessario ad una corretta alimentazione degli ovini. Le modalità di allevamento adottate garantisco inoltre standard elevati relativamente al benessere animale. Partners dei progetti: Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “Antonio della Lucia” di Feltre (Vellai) e l’Associazione Slow Food, tramite la locale condotta Feltrino Primiero.