Le torbiere sono ambienti particolari caratterizzati dalla presenza di abbondanti quantità di acqua in movimento lento.
La costante umidità del suolo, soprattutto in luoghi freschi come la fascia della pecceta, determina una lentissima decomposizione della sostanza organica, come resti di muschi e di piante palustri, che tende ad accumularsi.
La presenza di uno strato di sostanza indecomposta aumenta l’acidità del suolo rendendo ulteriormente difficoltosa l’attività dei microorganismi decompositori.
Si crea quindi una sorta di circolo vizioso per cui la sostanza organica si accumula più rapidamente di quanto possa essere decomposta. Ciò spiega il depositarsi della torba.
Nelle torbiere si vengono a creare condizioni ecologiche molto particolari: qui possono vivere alcune specie che al di fuori di questi contesti sono del tutto assenti. Una ricerca del Parco ha permesso di censire circa 300 zone umide.
In questi anni, il Parco ha realizzato alcuni specifici interventi di recupero ambientale delle delle torbiere del Campivolo del Rosso, del Fratton e del Palù dei Mugheri, siti all’interno della Rete Natura 2000.
La Torbiera del Campigol del Rosso occupa alcuni ettari a monte della confluenza dei Rivi Grugola e Pisorno, mentre in sinistra orografica del rivo Pisorno si trova la Torbiera del Fraton.
La Torbierà Palù dei Mugheri è un’area boscosa localizzata a sud – ovest del bacino artificiale di Forte Buso, in sinistra orografica del Torrente Travignolo. Un volume della collana “Quaderni del Parco” è dedicato alla torbiera. Qui è consultabile la pubblicazione
Le torbiere e le zone umide
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