Si è svolta a Tonadico, lo scorso 26 novembre, la giornata di studio dal titolo “Conoscere per meglio gestire. Il Progetto gallo cedrone nel Parco Paneveggio Pale di San Martino”.
Un appuntamento scientifico che ha visto la presenza anche di esperti provenienti da tutto l’arco alpino italiano e che ha permesso di presentare i dati ottenuti sino ad ora in tale ambito e di poter discutere le problematiche legate alla conservazione di questa specie.
Giacobbe Zortea, Presidente del Parco, nel suo indirizzo di saluto ha sottolineato l’importanza della ricerca per l’Ente Parco ed Ettore Sartori, Direttore del Parco, ha detto che serve investire nella conservazione e nel risanamento del territorio sottolineando, in particolare, l’importanza delle ricerche settoriali.
Due i relatori: Ilse Storch dell’Università di Friburgo che ha presentato la relazione “Ecologia, Status e conservazione del gallo cedrone in Europa” e Luca Rotelli della stessa Università tedesca che ha presentato i primi risultati del progetto di radiotelemetria sul gallo cedrone nell’area protetta del Parco.
Il Progetto
Nel corso del 2008 l’Ente Parco ha avviato un rapporto di collaborazione con l’Università di Friburgo, finalizzata alla realizzazione del progetto di ricerca sul gallo cedrone intitolato “Differenze stagionali nella selezione dell’habitat e nell’uso dello spazio nel gallo cedrone (Tetrao urogallus) nel Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino”.
Nei due anni successivi sono stati catturati e radiomarcati 8 soggetti, quindi seguiti costantemente con la tecnica della radiotelemetria al fine di conoscere meglio le esigenze ecologiche del gallo cedrone e poter pianificare in modo più incisivo le diverse attività umane che trovano luogo nei suoi ambienti.
Gli individui sono stati catturati sulle arene di canto all’interno del Parco e muniti di un piccolo radiocollare del peso di appena 19 grammi che permette di seguire i loro spostamenti nel corso del tempo, consentendo di raccogliere importanti dati sull’utilizzazione dello spazio e sulla scelta degli habitat.
Dai dati presentati, che comunque sono ancora preliminari, – spiega Piergiovanni Partel, responsabile del Settore Ricerca scientifica e Conservazione del Parco – è emerso come la sopravvivenza dei soggetti adulti di questa specie appaia elevata; per contro il successo riproduttivo accertato nel biennio 2009/2010 è stato molto basso.
I maschi radiocollarati hanno dimostrato per la maggior parte dell’anno un forte attaccamento al territorio posto nelle immediate vicinanze dell’arena di canto: circa il 90% di tutte le localizzazioni effettuate si trovano, infatti, a meno di 2 km dall’arena. In alcuni casi però si sono allontanati dalle zone abitualmente frequentate, raggiungendo distanze fino a circa 9 km dall’arena di canto su cui erano stati catturati. Soprattutto in estate hanno frequentato molto spesso quote elevate, intorno ai 1900 metri di quota, quasi al limite superiore del bosco, mentre in autunno ed in inverno la fascia altimetrica utilizzata si è abbassata in modo considerevole, arrivando in alcuni casi a trascorrere l’intero periodo invernale ad altitudini intorno ai 1400 metri.
Per quanto riguarda le femmine, accanto alla loro maggiore mobilità se raffrontata a quella dei maschi, il dato maggiormente interessante riguarda la nidificazione. Nessuna delle femmine sotto controllo è riuscita a portare a termine la cova a causa della predazione dei nidi o del disturbo antropico che ne ha provocato l’abbandono. Tali dati si conciliano con il basso successo riproduttivo accertato durante i censimenti estivi degli ultimi due anni.
Visto il notevole interesse scaturito dalla giornata di studio, l’Ente Parco è intenzionato a riproporre l’iniziativa nel mese di ottobre 2011. La stessa farà da apertura al Convegno dei ricercatori sul gallo cedrone dell’Europa centro occidentale, evento a cadenza annuale della durata di tre giorni che viene svolto a rotazione in varie località europee e che il prossimo anno sarà organizzato dal Parco di Paneveggio-Pale di San Martino.