Il gipeto è noto anche come “avvoltoio barbuto”, per i due ciuffi di penne che circondano il becco, o come “avvoltoio spaccaossa” per l’elevatissima specializzazione che gli consente di alimentarsi soprattutto di ossa, che possono costituire più dell’80% della dieta.
Tipicamente stanziale, nidifica sui dirupi di alta montagna dell’Europa meridionale, Africa ed Asia, deponendo una o due uova nei mesi di dicembre, gennaio o febbraio. Scomparso dalle Alpi nella prima metà del XX secolo a seguito della persecuzione umana, è stato reintrodotto con successo sulle Alpi con un progetto iniziato nell’ormai lontano 1986 e tutt’ora in corso.
Attualmente la popolazione alpina conta una sessantina di coppie e circa 300 individui. In Trentino la specie è presente solo con individui erratici, soprattutto giovani o immaturi, che sostano per qualche tempo nelle aree più ricche di cibo.
A fianco un fotogramma tratto dal video di Renè Canton.
La foto di copertina della news è Gilberto Volcan (Gipeto immaturo)