Siamo in Val Canali, nei dintorni di Villa Welsperg. Dallo scorso mese di agosto il Parco ha proposto una nuova attività di esplorazione del bosco, habitat naturale dello scoiattolo europeo Sciurus vulgaris fuscoater noto anche come scoiattolo rosso.
Hanno aderito a questa iniziativa 71 persone tra adulti e bambini (mediamente 14 partecipanti per ogni uscita). Lo scopo era quello di monitorare la presenza del simpatico roditore arboricolo mediante l’uso di speciali trappole per catturare in modo del tutto innocuo il suo pelo (hair-tube).
Dopo una breve introduzione nella sala video della Villa sulla biologia e l’ecologia della specie, i partecipanti venivano coinvolti nel controllo delle 20 hair-tube installate nel bosco ad una distanza di 100 metri l’una dall’altra. Per ritrovare 20 trappole in mezzo al bosco, ognuna delle quali installata sul tronco di un albero ad una altezza di 150 cm dal terreno, era necessario utilizzare un rilevatore satellitare GPS. Permettetemi una divagazione… devo dire infatti, con viva soddisfazione, che molti partecipanti coglievano l’occasione anche per imparare l’uso di questo utile strumento, nello specifico per tracciare e seguire la rotta giusta in un “mare” di alberi, al fine di giungere alle singole trappole (una specie di caccia al tesoro, in effetti…).
Ricavate da un tubo di plastica lungo 30 cm con diametro di circa 7 cm, le hair-tube venivano settimanalmente innescate con alimenti particolarmente appetibili ai nostri scoiattoli (nocciole e semi di girasole) e dotate internamente di placche adesive rimovibili: la presenza di pelo rinvenuto sull’adesivo testimonia infatti la visita dello scoiattolo, successivamente confermata in laboratorio attraverso l’osservazione allo stereomicroscopio del calco del pelo impresso su una striscia di gelatina (ogni mammifero possiede infatti un disegno cuticolare che ne permette l’identificazione).
Data la scarsa conoscenza sulla densità e l’ecologia dello scoiattolo nel settore delle Alpi orientali, l’iniziativa del Parco è di fatto un piccolo passo in avanti per colmare questa lacuna, considerando oltretutto che questa specie è minacciata, in Italia e in Europa, dalla presenza dello scoiattolo grigio Sciurus carolinensis, entità “aliena” importata dall’uomo dal Nord America come animale da compagnia e che, proliferando, mette a rischio la sopravvivenza dello scoiattolo autoctono. In Italia, al momento, il problema “espansione del grigio-scomparsa del rosso” interessa alcune province fra il Piemonte, la Liguria e la Lombardia ma il rischio di estendersi oltre è molto alto, se non si ricorre in tempo a soluzioni di contenimento; a questo proposito si sappia che in Inghilterra e Irlanda lo Sciurus europeo è stato decimato da quello americano tant’è che oggi sopravvive in appena un quarto dell’areale originario!
Tornando alla Val Canali, ripetendo negli anni il monitoraggio saremo in grado di comprendere l’andamento della popolazione locale, giungendo a stimare anno per anno la densità del roditore nell’area di studio. Precedenti studi hanno infatti dimostrato l’esistenza di una relazione tra la percentuale dei “tubi” frequentati e la densità effettiva delle popolazioni di scoiattolo europeo.
Siamo ora all’inizio dell’inverno ma, contrariamente a quanto molti pensano, in questa stagione lo scoiattolo non va in letargo come altri roditori (ghiro, marmotta …) ma rimane attivo nonostante il grande freddo; ciò gli è possibile grazie alle numerose scorte alimentari, saggiamente accumulate in punti strategici nel bosco, e a particolari adattamenti anatomici, non ultimo la funzione termoregolatrice della sua bellissima coda.
Autore: Aldo Martina, Naturalista. Responsabile che ha condotto l’attività