Sin dai tempi antichi, questa pecora, era sta allevata in Trentino nell’area di Primiero e del Vanoi e nella vicina realtà bellunese, nei comuni di Lamon, Arsiè, Feltre, Fonzaso e Sovramonte.
“In passato, nel territorio ricompreso nel Parco, quasi tutti i contadini – spiega il Direttore del Parco Ettore Sartori – avevano alcuni ovini che venivano utilizzati per la produzione di carne e per ottenere la lana. Nel dopo guerra il numero di ovini in valle è andato calando progressivamente sino agli anni Ottanta, quando è stato raggiunto il minimo storico, alcune centinaia di capi. Ad oggi sono un migliaio gli ovini presenti nell’area, rappresentati per lo più da meticci derivanti da razze quali la Bergamasca e la Biellese”.
“Il progetto – spiega il Guardiaparco Piergiovanni Partel – ha come obiettivo la creazione di un gregge di pecore di “razza Lamon”, puntando, quindi, all’allevamento di una razza autoctona fortemente minacciata di estinzione. Pensiamo di poter giungere alla creazione di un primo gregge di quindici o venti capi e in quel momento di proporre agli allevatori locali di impegnarsi nell’allevamento di questa razza.”
Il Parco ha deciso la reintroduzione avvalendosi della consulenza tecnica e scientifica dell’Istituto Istruzione Superiore “A. Della Lucia” di Feltre che sta portando avanti un progetto di recupero e conservazione di questa razza.
Nella struttura rurale di Stala Nova, a pochi passi da Villa Welsperg, sede del Parco, questi animali oltre a rivestire un indiscutibile valore di tipo conservazionistico, potranno avere interessanti potenzialità anche in termini didattici.