I laghi sono un patrimonio documentale di grandissima importanza per il sapere scientifico. Solitamente però le conoscenze sono concentrate sui laghi o bacini di dimensioni maggiori . La conservazione della biodiversità, comunque, non può essere condotta efficacemente escludendo la conoscenza delle pozze e dei laghetti di dimensioni minori.
Storicamente sono considerati laghi anche i laghetti creati dall’uomo per utilizzi di natura pratica, irrigua o pastorale, o talvolta anche per scopi di abbellimento ambientale. È soltanto negli ultimi decenni che si è avuto un sostanziale incremento della ricerca in riferimento a questi particolari ambienti lacustri, soprattutto grazie a progetti che riguardano lo studio di fenomeni di inquinamento atmosferico diffusi nella regione alpina e a studi del fitoplancton inseriti all’interno di ampie ricerche limnologiche sui laghi d’alta quota.
Una importante ricerca – condotta dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova – permette ora di avere nuove conoscenze del laghetto Welsperg, in Val Canali, interessato, in questi anni, da un rilevante intervento di riqualificazione ambientale e rinaturalizzazione. Sono stati condotti studi al fine di caratterizzare la trofia (nel linguaggio scientifico la quantità di nutrienti presenti) del lago attraverso la chimica, le diatomee bentoniche e dei sedimenti, le alghe planctoniche e i macroinvetebrati. Questi studi sono stati confrontati con i dati bibliografici preesistenti. Inoltre sono stati preparati dei vetrini fissati di diatomee, pulite e identificate, per il Parco da poter usufruire per la didattica.
Il laghetto Welsperg si può considerare nel suo complesso un corpo d’acqua di buona qualità. Questa valutazione è testimoniata dal fatto che il laghetto accoglie organismi vegetali e animali, anche rilevanti dal punto di vista naturalistico, appartenenti alle macrofite acquatiche, diatomee, macroinvertebrati, crostacei autoctoni, fauna ittica e anfibi (anuri e urodeli).
Questo ecosistema acquatico presenta, comunque, alcune criticità che possono incidere sull’equilibrio del laghetto e che potrebbero essere associate alle sue dimensioni, morfologia e litologia. In particolare la massiccia presenza sul fondale di Chara vulgaris e in superficie di flocculi di Spirogyra sp., che aumentano con il crescere della temperatura, potrebbe ripercuotersi sulla fauna del laghetto diminuendo la diversità e abbondanza degli organismi presenti.
Ad attestare l’elevato valore ambientale di questo contesto naturalistico, nel laghetto e nelle immediate vicinanze, si incontra una presenza molto importante, quella del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), un invertebrato acquatico di notevole valore sia dal punto di vista scientifico che conservazionistico. Il gambero di fiume, infatti, anche in Trentino è divenuto raro a causa dell’inquinamento delle acque e dell’artificializzazione dei corpi idrici. Inoltre, il progetto di riqualificazione del laghetto ha permesso la reintroduzione della sanguinerola (Phoxinus phoxinus), un pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia dei Ciprinidi, di elevato valore conservazionistico.
Qui è possibile consultare l’Atlante delle diatomee del laghetto Welsperg