Il toponimo “Laghi di Colbricon” si riferisce a due specchi d’acqua di piccole dimensioni ubicati nell’estremità nord orientale della catena dei Lagorai, sul versante settentrionale. In particolare sono noti con i nomi di Lago di Colbricon inferiore (1911 m s.l.m.) e Lago di Colbricon superiore (1926 m s.l.m.).
Un terzo piccolo specchio d’acqua, privo di toponimo, di dimensioni variabili, è ubicato a quota 1921, poco più ad ovest del lago inferiore. Appartengono tutti al bacino idrografico del Torrente Travignolo. Le sedi dei laghi sono completamente scolpite nei porfidi del Piastrone porfirico atesino presenti nell’intera catena dei Lagorai.
Un importante lavoro di studio e di monitoraggio sui laghi Colbricon è iniziato nel 1998, condotto da Renata Trevisan, Docente del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova. Gli aspetti geomorfologici sono stati curati da Alberto Carton e Thomas Zanoner del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova. In questo lavoro sono stati analizzati i principali parametri limnologici: abiotici e biotici; con particolare attenzione alle comunità fitoplanctoniche.
Il clima di questa regione è di tipo boreale alpino con accentuate escursioni termiche sia diurne che stagionali e precipitazioni a carattere estivo. I dati di gelo e disgelo degli ultimi 17 anni sono stati raccolti mediante osservazioni dei Guardiaparco del Parco di Paneveggio durante il servizio di vigilanza. Le informazioni utili per valutare la durata della stagione vegetativa degli organismi viventi nei bacini lacustri sono state estrapolate dai dati raccolti annualmente del gelo e disgelo.
Il periodo in cui i laghi sono liberi dal ghiaccio è variata da 150 giorni (minimo) nel 2002, ad un massimo di circa 200 giorni, nel 2014. Questo dato è uno dei parametri che, assieme alla temperatura della colonna dell’acqua del lago, maggiormente influenza le comunità biotiche dei laghi. Lo studio evidenzia che le variazioni interannuali delle comunità fitoplanctoniche sono dipendenti dalle variazioni di livello e, quindi, da fattori meteorologici e climatici.
Dallo studio emerge che i due laghi di Colbricon sembrano costituire un insieme particolare di un unico ambiente-modello, offrendo la rara opportunità di studiare le variazioni imposte dai fattori ambientali. I laghi si presentano come un ecosistema ideale per la continuazione degli studi ecologici a lungo termine, dei parametri abiotici e biotici, per valutare le loro risposte sia al cambiamento climatico globale che ad altre fonti di impatto.