Il Gallo cedrone è il più grande fra i galliformi alpini e, al pari di altri tetraonidi, come il Fagiano di monte, la Pernice bianca e il Francolino di monte, è adattato al rigido clima invernale tipico degli ambienti freddi. All’interno del Parco questa specie trova il suo habitat fra le fustaie mature poste tra 1200 e i 2000 metri di altezza.
Il Gallo cedrone è una specie ad elevato valore conservazionistico e rientra nell’allegato I della “Direttiva Uccelli”.
Questa splendida specie è ormai scomparsa in gran parte delle Alpi, ma è fortunatamente ancore presente nell’area del Parco con densità significative.
La valenza conservazionistica del Gallo cedrone ha spinto il Parco, sin dai primi anni Novanta del secolo scorso, a riservare particolare attenzione al suo monitoraggio e alla definizione di idonee misure di conservazione.
Ne sono esempio le attività di monitoraggio primaverile e le misure gestionali previste dal Piano Faunistico del Parco e dalle successive revisioni.
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Per aumentare le conoscenze su questa pecie, negli anni 2000, si è deciso di avviare una specifica ricerca in grado di approfondire il suo status e le motivazioni della rarefazione, per giungere ad individuare efficaci misure di conservazione, supportate da dati scientifici.
Nel 2007, quindi, è stata contattata la Prof. Ilse Storch, docente dell’Università di Friburgo, tra i maggiori studiosi di tetraonidi a livello mondiale e il dott. Luca Rotelli, noto esperto di galliformi, al fine di gettare le basi per la realizzazione della ricerca nel Parco.
Fra gli obiettivi dello studio: l’acquisizione di approfondite conoscenze sugli spostamenti e sulle esigenze ambientali di questa specie e l’analisi dei fattori che influenzano la dinamica di popolazione.
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Su questo piano l’applicazione della tecnica radiotelemetrica, con l’applicazione di un radiocollare di appena 19 grammi sugli esemplari catturati, ha consentito di seguire gli spostamenti nel corso del tempo e di raccogliere importanti dati e informazioni sull’utilizzo dell’habitat.
La peculiarità dei dati emersi, che nella realtà alpina si configurano come i primi acquisiti su un numero rilevante di soggetti radiomarcati, è stata di stimolo per l’Ente Parco per fare il punto sulla ricerca attraverso una serie di incontri dove esperti europei hanno approfondito i temi legati alla conservazione diquesta specie.
Le attività condotte e le modalità adottate nell’attuazione della ricerca sul Gallo cedrone evidenziano ancora una volta l’importanza del Parco quale “laboratorio ecologico all’aperto” per effettuare studi e indagini propedeutici ad una efficace gestione del territorio
“Ricerca, conservazione e gestione del gallo cedrone”
Collana Editoriale “Quaderni del Parco”, numero 14, anno 2018
Le attività svolte dal Parco sul gallo cedrone, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, sono contenute nel quattordicesimo volume della collana editoriale “Quaderni del Parco” dal titolo “Ricerca, conservazione e gestione del gallo cedrone”, curato da Piergiovanni Partel, Responsabile del Settore Conservazione, Ricerca e Monitoraggio del Parco.
Attraverso questo ampio volume è possibile conoscere e approfondire la specie, l’area di studio, le attività di monitoraggio e di ricerca condotte e le linee guida per una corretta conservazione; nella Parte finale sono inoltre contenuti gli atti del Convegno internazionale “Urogallus 2016″.
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