Tra le attività promosse dal Settore Conservazione, Ricerca e Monitoraggio del Parco negli ultimi anni, particolare attenzione è stata posta ad una delle specie maggiormente simboliche dell’area protetta: l’aquila reale (Aquila chrysaetos). L’aquila reale ha un elevato valore conservazionistico per il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, come evidenziato per altro dalle disposizioni legislative di settore. La specie è inserita nelle Liste Rosse degli Uccelli italiana e trentina; in quest’ultima è considerata vulnerabile mentre in quella italiana quasi minacciata. Anche a livello europeo questo rapace ha un grande valore conservazionistico ed è inserito nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (2009/147/CE). Tenuto conto della valenza dell’aquila reale, nel 2017 il Parco ha avviato un monitoraggio a lungo termine condotto direttamente con proprio personale, attività che nel biennio 2018/2019 ha ulteriormente intensificato. Il lavoro consiste principalmente nel seguire le coppie che gravitano nel Parco e nelle aree limitrofe, individuando i siti di nidificazione e, grazie a questo, determinare i parametri demografici della popolazione. Il monitoraggio è stato condotto su un’area di quasi 1000 km²: nell’area di studio sono state individuate 12 coppie, 10 delle quali interessano direttamente il Parco. Nove coppie sono formate da individui adulti, 2 coppie sono miste, cioè formate da un componente adulto e uno immaturo, e una coppia è formata da soggetti immaturi. Nel 2019 sono state 4 le coppie che si sono riprodotte con successo (il 33% di quelle presenti), un valore piuttosto basso, tipico di popolazioni ad alta densità. Le 4 coppie sono riuscite a far involare un giovane ciascuna. La densità rilevata è stata pari a 12,3 coppie/1000 km², mentre la dimensione media dei territori è stata di 81,4 km². Nell’area di studio sono noti 53 nidi. Ogni coppia dispone da 1 a 11 nidi, con una media di 4,4 nidi per coppia. Si stima che nell’autunno 2019 fossero presenti nell’area indagata 35-40 aquile; 24 esemplari che compongono le 12 coppie territoriali; 7 – 12 esemplari non territoriali e i 4 giovani nati in loco.
I dati raccolti sino ad ora indicano la presenza di un nucleo di aquila reale in buono stato, formato in gran parte da coppie adulte, con densità elevate e l’occupazione di tutti i territori favorevoli. La produttività è piuttosto bassa, tipico di popolazioni di media ed alta densità.
Il successo riproduttivo e il tasso d’involo rientrano nella media della popolazione alpina. I fattori limitanti rilevati sono in fase di valutazione e quantificazione, con particolare riferimento al tasso di mortalità. Tali fattori, per questa specie, sono molteplici; tra questi ricordiamo il disturbo antropico al nido provocato da varie attività quali la fotografia, l’asportazione di pulli per falconeria, l’utilizzo di droni ed elicotteri, alcune attività sportive (arrampicata, parapendio e deltaplano) e i lavori forestali. Altri fattori limitanti sono gli abbattimenti illegali, la presenza di cavi aerei contro i quali gli animali possono impattare, l’utilizzo del piombo nel munizionamento per l’attività venatoria che, se ingerito attraverso il consumo delle viscere di animali abbattuti, può provocare fenomeni di avvelenamento sia acuti che cronici. Quest’ultimo elemento di minaccia può agire in modo diretto, determinando la morte dell’animale per avvelenamento acuto, ma anche e soprattutto in modo indiretto, indebolendo a tal punto gli animali da portarli a morte per altri motivi quali collisioni con cavi aerei, infrastrutture e altri manufatti, investimenti, annegamenti, uccisioni ad opera di cani. Al fine di aumentare le conoscenze sulla specie, risulta fondamentale la prosecuzione del monitoraggio nel medio periodo, anche per ottenere una serie storica di dati che permetta di valutare l’evoluzione del nucleo. Un indubbio vantaggio della prosecuzione del monitoraggio a lungo termine è dato dalla conoscenza dettagliata della popolazione, che si traduce in una notevole ottimizzazione dei tempi e delle risorse.