Il Forte Dossaccio venne costruito tra il 1890 ed il 1895 in cima al monte omonimo (a 1.838 metri s.l.m.). Ideato per i combattimenti a lunga distanza, questa fortificazione aveva lo scopo di sbarrare un’eventuale invasione italiana attraverso la Val di Travignolo e il vicino Passo San Pellegrino.
Durante la Grande Guerra si trovò molto vicino alla prima linea del fronte ma, nonostante questo, non ebbe mai un ruolo attivo: già nel 1915 venne completamente disarmato e trasformato in magazzino. Curiosamente, quando gli obici e le cupole vennero rimossi, furono sostituiti dagli austro-ungarici con degli scudi di calcestruzzo e tronchi d’albero in modo da ingannare il nemico. Progettato assieme al vicino Forte Buso, è formato da un edificio principale in casamatta a forma pentagonale da dove si sviluppa, dall’angolo nord-est, una linea di casematte di circa 200 metri.
L’interno del forte invece era formato da un lungo corridoio che collegava gli alloggi e le zone abitative con i magazzini ed i ricoveri per le munizioni, posti vicino ai 4 obici da 100mm in cupola girevole e ai 4 cannoni da 120mm in casamatta. Accanto alle cupole degli obici, erano stati progettati anche 3 osservatori corazzati.
La struttura poteva ospitare, in tempo di guerra, fino a 200 soldati (assieme a 6 ufficiali). Era dotato di collegamento telefonico, di telegrafo ottico con il Forte Buso, di acqua potabile (ricavata da un ghiacciaio vicino le cui acque furono convogliate in una cisterna) e di energia elettrica tramite un gruppo elettrogeno alimentato a benzina. Negli scorsi anni è stato eseguito, a cura della Provincia autonoma di Trento e del Comune di Predazzo, un importante lavoro di restauro e risanamento del Forte, anche per permettere la sua visita.