Rif. Pedrotti al Pian della Rosetta m. 2581. L’Altopiano delle Pale di San Martino, delimitato da una scarpata di scogliera, coincide in buona parte con il tetto della Formazione dello Sciliar, i cui strati orizzontali si sono formati in ambiente di laguna interna tra 236 e 231 Ma fa. L’alpinista britannico Leslie Stephen, giunto sull’altopiano nel 1869, descrisse questo ambiente, che alcuni hanno definito “lunare”, come “il più selvaggio e sterile dei deserti”. Così sembra infatti, considerato che il suolo presenta tutti i fenomeni del carsismo superficiale: doline, campi carreggiati, inghiottitoi, dove le acque defluiscono in fretta.
Ma basta spostarsi solo di pochi metri dal Rif. Pedrotti per osservare, in piccole depressioni umide, minuscole praterie primarie discontinue, ricche di macromiceti in miniatura. I potenziali siti di ricerca (tra i più in quota tra quelli indagati) sono estesi su tutto l’Altopiano delle Pale, che si estende per 10 km di lunghezza per 5 di larghezza; tuttavia è più realistico limitare la ricerca nei dintorni del Rifugio, a cui si accede tramite funivia da San Martino di Castrozza, oltre che da sentieri di alta montagna. Il rifugio e gran parte dell’Altopiano sono collocati nel territorio di Primiero San Martino di Castrozza, nel Parco Nazionale di Paneveggio – Pale di San Martino, mentre tutta l’area è tutelata dal SIC/ZPS (ZSC) IT3120178 Pale di San Martino.