La mostra sarà visitabile a Canal San Bovo c/o Ecomuseo del Vanoi 1° piano. Dal 14 febbraio al 1 maggio 2017 – lunedì, mercoledì e venrdì: 9:00 – 12:00; Dal 25 febbraio al 22 aprile sabato pomeriggio dalle 16:00 alle 18:00. Aperture speciali durante le vacanze pasquali.
“L’acqua urla, corre, salta e con essa sassi e fango e alberi. Basta poco per sconvolgere un territorio, basta una notte. E poi cosa si fa’? Come si reagisce al disastro? Dove si prende la forza per rialzarsi, per riuscire a guardare il proprio paese e la propria valle distrutti, azzannati dall’alluvione?“
Nel novembre del 1966 Primiero ha subito l’ultima delle grandi alluvioni.
Quel terribile autunno ha rappresentato un punto di non ritorno, la volontà e capacità di rinascere ha infatti attinto altrove energie e risorse: si è definitivamente chiuso l’uscio al mondo agricolo ormai morente, spalancando il portone della modernità che prepotentemente si stava affacciando. Ascoltando i racconti di chi ha vissuto l’alluvione, guardando le fotografie dell’evento emerge che “il tempo di Primiero“ è suddivisibile in due: il “tempo“ che ha preceduto l’alluvione e il “tempo“ successivo.
Com’era la vita prima del 1966? E poi com’è diventata?
E… in futuro come sarà… ?“
Per rispondere a queste domande, contenute nella presentazione della mostra, l’attenzione è rivolta alla narrazione dell’evento.
Non (solo) testi e immagini, ma soprattutto parole e volti. Ciò permette di conoscere le dinamiche climatiche, idrogeologiche, sociali ed emozionali legate a un evento che ha cambiato radicalmente il territorio di Primiero e la sua componente umana, la mentalità e l’approccio al territorio, all’economia, alla società.
Il percorso documenta gli eventi utilizzando la forma comunicativa del video, con montaggi di pochi minuti tratti dalle riprese realizzate da Angelo Longo e Andrea Colbacchini per il progetto “Primiero – novembre 1966 – l’alluvione 50 anni dopo“.
I video danno voce alle persone in relazione a vari aspetti dell’evento alluvionale, come il rumore-odore, la paura, i danni, il salvataggio di persone, gli animali domestici, gli aiuti.
La mostra racconta il territorio prima, durante e dopo l’alluvione
Si può conoscere la fase della ricostruzione e il cambiamento socio-economico intervenuto. Scorrono i temi del lavoro e dell’emigrazione, dell’ambiente, dell’allevamento e dell’agricoltura, delle acque, del turismo e dell’edilizia.
L’esposizione è arricchita da una grande cartina, che localizza gli accadimenti principali di quei giorni.
Nelle visite alla mostra saranno coinvolti gli istituti scolastici locali, perché le giovani generazioni conoscano quanto è accaduto, e si chiederà proprio ai ragazzi e ai bambini di immaginarsi il territorio, il paesaggio e l’uomo di Primiero tra 50 anni.
L‘inaugurazione si svolgerà l‘8 dicembre alle ore 17.30 presso la sala Luigi Negrelli della Comunità di Primiero.
La mostra è stata realizzata dalla Comunità di Primiero e dall’Ente Parco Paneveggio Pale di San Martino ed è stata curata da Cristina Zorzi e Angelo Longo.