Oggetto di questo lavoro è una fonte amministrativa datata 1564-1565: L’inventario, qual altri chiamano urbario, delle ragioni e intrade del Castel dela Preda dela Val de Premer redatto tra il 1564 e il 1565. Il castello in questione è il castello della Pietra, qui assunto a simbolo dell’intera giurisdizione della valle di Primiero, lembo nord-orientale del Trentino contemporaneo.
Alla data del 1565, la giurisdizione di Primiero era da più di un secolo e mezzo appannaggio di un’affermata famiglia tirolese, i pusteresi Welsperg, che l’avevano ottenuta in feudo dal conte del Tirolo il 22 settembre 1401.
Il documento in questione – una ricognizione sistematica dei diritti e dei beni dei signori di Welsperg in valle di Primiero – è opera del capitano Giacomo Castelrotto, esponente di una modesta famiglia della nobiltà valsuganotta dedita prevalentemente all’attività notarile e funzionariale al servizio delle famiglie nobili titolari di giurisdizioni nei Cosiddetti Confini italiani e nel principato vescovile di Trento.
L’interesse della fonte consiste certamente nel suo valore intrinseco per la quantità e rilevanza delle informazioni che trasmette sulla giurisdizione di Primiero, sui rapporti fra sudditi e giusdicente, sugli assetti politici e sull’economia della valle ma anche, e vorremmo dire soprattutto, nella sua ‘eccedenza’ di senso, riscontrabile soprattutto nella parte introduttiva, riguardante le motivazioni che spingono il capitano a redigere l’inventario: ‘volontà di sapere’ e intento di razionalizzare l’attività amministrativa, una dichiarata sensibilità ‘antiquaria’, ma soprattutto la palese aspirazione all’ascesa sociale e alla nobilitazione della propria famiglia, resa manifesta dalla consapevole fiducia nel valore della scrittura.